Itinerario: Ghirone - Cap. Motterascio - Piz Terri -
Cap. Bovarina - Ghirone
Dislivello: 3700 m
Durata: 4 giorni
Regione: Valle di Blenio
Finalmente un week-end con il sole! Fortunatamente finisco venerdì mattina di lavorare e lunedì ho vacanza, così decido di andare alla Greina, anche se ho un attimo di panico quando giovedì scopro che la Capanna Scaletta (2205 m.) sabato non ha più posto. Decido quindi di partire da Ghirone per raggiungere la Capanna Motterascio (2172 m.), il giorno seguente di tentare di salire il Piz Terri e tornare in capanna, la domenica di andare fino alla Capanna Bovarina facendo il sentiero degli stambecchi e infine lunedì tornare a Ghirone.
Per raggiungere Ghirone è necessario uscire dall’autostrada a Biasca e seguire le indicazioni per Lucomagno. Giunti a Olivone, alla fine del paese si svolta a destra verso Campo Blenio, dove è pure possibile lasciare l’auto. Ghirone è il paese successivo. D’estate è molto comodo il bus alpino, che permette di accorciare i tempi di marcia, ma a settembre è attivo solo durante il fine settimana, perciò mi tocca camminare.
Il sentiero sale accanto alla strada che porta alla diga del Luzzone, da dove si scorge già il Piz Terri ed in seguito anche la capanna. Dopo la diga si svolta a sinistra e si entra in un tunnel... e si prosegue costeggiando il lago fino all’Alpe Garzott, dove c’è pure un posteggio. Qui si segue uno stretto canale per poi cominciare la salita, dove incontro mucche ed un paio di interessanti cascate, prima di giungere a destinazione. In capanna siamo in una quindicina e i due guardiani si mostrano subito gentili e simpatici. In totale la camminata dura 4 ore ed un quarto e copre 1200 metri di dislivello.
Foto al tramonto e poi cena, domani mi aspetta il Piz Terri... spero.
Prima di colazione scatto alcune foto nella luce dell’alba. Adoro settembre perché non è necessario alzarsi troppo presto per godere di una buona luce. Il sentiero per il Piz Terri (3149 m.) parte dalla capanna, dove ci sono dei paletti bianco-blu, e risale la valle di Güida fino a una bocchetta. Fino a qui non ho avuto particolari problemi, c’è stato solo un breve tratto all'inizio su un masso, dove è necessario prestare cautela. Già dalla bocchetta la vista è spettacolare, chissà come sarà in cima. Il sentiero continua a salire fino a giungere al famoso “camino”, dove è necessario utilizzare le mani, e poi resta sempre sotto la cresta e mai esposto: non ho praticamente vertigini! In tre ore e 1000 metri di salita sono in cima! Il mio primo 3000 ticinese! Per un’ora rimango da solo ad ammirare il paesaggio, poi altre persone mi mostrano l’Engadina, il Monte Rosa, la Jungfrau. La discesa avviene sulla stessa via, ma all’inizio è abbastanza impegnativa in quanto nella pietraia è facile scivolare. Incontro anche alcune marmotte, ma degli stambecchi non c’è traccia.
Oggi la capanna è quasi piena ed incontro anche diversi ticinesi: una famiglia e un gruppo di simpatici amici, con cui trascorro una piacevole serata.
Domenica mattina l’alba è stupenda, in quanto sul fondovalle c’è della nebbia... mi soffermo a lungo prima di partire: oggi la camminata è lunga, anzi lunghissima.
Vicino alla capanna c’è una scaletta che introduce sull’altipiano vero e proprio. La Greina è un luogo magico, è la terza volta che ci vengo ed ogni mia visita mi riempie di gioia. L'altipiano, che si trova in territorio del Canton Ticino e Grigioni, è lungo sei chilometri e largo uno e si trova a circa 2220 metri di quota. Oltre alle due capanne citate c’è pure la Terri, in territorio grigionese. I colori sono stupendi e i contrasti fantastici: mi fermo spesso a scattare ed incontro anche diverse marmotte. In alcune occasioni il paesaggio mi sembra quasi quello ammirato a volte nel viaggio in Islanda. Ora vorrei pure vedere il famoso arco della Greina: il guardiano della capanna mi ha spiegato che quando si incontra il sentiero bianco blu per la capanna Medel bisogna seguirlo e poi imboccare un canyon. Ma non ho voglia di scendere e risalire, visto che dopo mi attende una lunga salita, così vago nelle colline sovrastanti cercando un varco per ammirare l’arco... ma niente... sarà per la prossima volta. Quando giungo alla Capanna Scaletta per bere un caffè, mi rendo conto che in basso c’è molta nebbia e sta iniziando a risalire. Scorgo pure quello che presumibilmente è il sentiero da seguire. A questo punto inizio a scendere verso Pian Geirett (tre ore) e la nebbia è veramente fitta, spero che risalendo il paesaggio si mostri in tutta la sua bellezza. Da qui è pure possibile prendere il bus per tornare a Ghirone, ma visto le mie condizioni fisiche proseguo, non prima però di aver mangiato per l'ennesima volta.
La salita è lunga e sfiancante fino a giungere al Pass d'Uffiern (2628 m.) da dove ammiro pure l'omonimo lago. Per fortuna la nebbia è rimasta più in basso. Da qui il sentiero prosegue su grosse pietre e bisogna veramente fare attenzione: sconsiglio questo tratto in caso di pioggia! Non è esposto, ma è impegnativo. Ad un certo punto finalmente vedo degli stambecchi e pure due aquile. Giunto a quota 2826 metri il sentiero scende dall'altro versante e in un'ora circa mi trovo sulle sponde del bel lago Retico. Da qui con un'ulteriore ora giungo in capanna, dove mi gusto una deliziosa e soprattutto abbondante cena! Sono distrutto, ma molto soddisfatto. In totale ho camminato più di sette ore compiendo 1350 metri di dislivello: io comunque ho impiegato nove ore, includendo le varie pause.
L'ultimo giorno è di ordinaria amministrazione. Su consiglio del guardiano inizialmente seguo il percorso delle mountain bike, poi seguo parzialmente la strada, tagliando su prati e giunto a Campo Blenio in breve raggiungo Ghirone. In totale ho impiegato poco più di due ore, con 800 metri di discesa e 170 di salita.
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Lorenzo (martedì, 07 ottobre 2014 19:27)
Bell'articolo e magnifiche foto, complimenti!!
Samuel Morisoli (venerdì, 10 ottobre 2014 13:09)
Grazie mille Lorenzo! Felice che tu abbia apprezzato...
Saluti